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Il mio matrimonio, in seconde nozze

    Vi racconto il mio matrimonio in seconde nozze.

    E’ un modo per farvi capire meglio chi sono io e come vivo i matrimoni, ma soprattutto le spose per cui lavoro. Il mio matrimonio è stato sicuramente un importante spunto di riflessio sul tipo di matrimonio a cui avrei voluto lavorare.

    Io sono stata una sposa in seconde nozze, ho alle spalle un divorzio e quando ho conosciuto il mio attuale marito avevo un bimbo di 4 anni. 

    E’ senza ombra di dubbio quello più voluto, ragionato, giusto e (per fortuna) riuscito.

    Sposarsi per la seconda volta porta con sé delle cicatrici. Significa accettare di aver sbagliato una prima volta, significa non volersi arrendere alle frasi comuni, significa aver ragionato con estrema consapevolezza sulle conseguenze che un secondo matrimonio ha sull’ equilibrio della famiglia già esistente.

    In seconde nozze sono stata una sposa molto più consapevole, una sposa mamma, e, per fortuna, una sposa ancora innamorata del matrimonio.

    Mi infastidivano, fino a poco tempo fa, i commenti di alcune persone che, pensando di essere spiritose, hanno definito chi si risposa come “𝐫𝐞𝐜𝐢𝐝𝐢𝐯𝐨”.

    𝗥𝗲𝗰𝗶𝗱𝗶𝘃𝗼 è 𝗰𝗵𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗶𝗲 𝘂𝗻’𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗿𝗶𝗽𝗿𝗼𝘃𝗲𝘃𝗼𝗹𝗲. 𝙄𝙡 𝙢𝙖𝙩𝙧𝙞𝙢𝙤𝙣𝙞𝙤, 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞𝙖 𝙨𝙞𝙢𝙗𝙤𝙡𝙞𝙘𝙤, 𝙘𝙞𝙫𝙞𝙡𝙚 𝙤 𝙧𝙚𝙡𝙞𝙜𝙞𝙤𝙨𝙤, 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞𝙖 𝙘𝙤𝙢𝙥𝙞𝙪𝙩𝙤 𝙡𝙖 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙖, 𝙡𝙖 𝙨𝙚𝙘𝙤𝙣𝙙𝙖 𝙤 𝙡𝙖 𝙩𝙚𝙧𝙯𝙖 𝙫𝙤𝙡𝙩𝙖, 𝙣𝙤𝙣 𝙤𝙛𝙛𝙚𝙣𝙙𝙚 𝙡𝙖 𝙨𝙪𝙨𝙘𝙚𝙩𝙩𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩à 𝙤 𝙡𝙖 𝙨𝙚𝙣𝙨𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩à 𝙢𝙤𝙧𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙞 𝙣𝙚𝙨𝙨𝙪𝙣𝙤.

    Ora le giudico ignoranti.

    Dietro la scelta delle persone ci sono mille cicatrici, mille compromessi, mille sogni e speranze che devono sempre essere rispettati e mai giudicati.

    Noi ci siamo sposati con cerimonia civile in presenza dei nostri figli il 4 luglio 2015.

    Matrimonio in seconde nozze con i propri figli

    “I figli sono come gli aquiloni: insegnerai loro a volare ma non voleranno il tuo volo; insegnerai loro a sognare ma non sogneranno il tuo sogno; insegnerai loro a vivere ma non vivranno la tua vita. Ma in ogni volo, in ogni sogno e in ogni vita rimarrà per sempre l’impronta dell’insegnamento ricevuto”.
    (ᴍᴀᴅʀᴇ ᴛᴇʀᴇsᴀ ᴅɪ ᴄᴀʟᴄᴜᴛᴛᴀ)

    Ho sempre pensato che sposarsi davanti ai propri figli avrebbe dato un valore speciale al matrimonio e averlo vissuto me lo ha confermato.

    Loro diventano una parte integrante nella fase organizzativa e ora so, con estrema precisione, quanto sia importante, e bello, per una sposa poter pianificare il matrimonio in armonia con gli impegni dei bambini.

    La visione dell’evento cambia notevolmente quando ci sono i figli degli sposi, siano o meno in seconde nozze.

    Loro diventano parte integrante dei preparativi. 

    Noi abbiamo 3 figli maschi, quindi per me niente pompose gonne di tulle e treccine adornate di coroncine, ma eleganti mini bottoniere e papillon. Erano veramente bellissimi.

    Qui il mio figlio maggiore, Fabio, all’epoca aveva quasi 7 anni e aveva veramente preso sul serio il suo compito di accompagnarmi all’altare portando gli anelli.

    “𝐕𝐨𝐢 𝐬𝐢𝐞𝐭𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐫𝐜𝐡𝐢 𝐝𝐚𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐢 𝐟𝐢𝐠𝐥𝐢 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐢, 𝐯𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐟𝐫𝐞𝐜𝐜𝐞, 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐜𝐨𝐜𝐜𝐚𝐭𝐢 𝐢𝐧𝐧𝐚𝐧𝐳𝐢. 𝐋’𝐚𝐫𝐜𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐯𝐞𝐝𝐞 𝐢𝐥 𝐛𝐞𝐫𝐬𝐚𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐬𝐮𝐥 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐞𝐫𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐟𝐢𝐧𝐢𝐭𝐨, 𝐞 𝐯𝐢 𝐭𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐚𝐟𝐟𝐢𝐧𝐜𝐡é 𝐥𝐞 𝐬𝐮𝐞 𝐟𝐫𝐞𝐜𝐜𝐞 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐚𝐧𝐨 𝐚𝐧𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐯𝐞𝐥𝐨𝐜𝐢 𝐞 𝐥𝐨𝐧𝐭𝐚𝐧𝐨. 𝐒𝐢𝐚 𝐠𝐢𝐨𝐢𝐨𝐬𝐨 𝐢𝐥 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐭𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐯𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐀𝐫𝐜𝐢𝐞𝐫𝐞; 𝐩𝐨𝐢𝐜𝐡é 𝐬𝐞 𝐚𝐦𝐚 𝐢𝐥 𝐝𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐬𝐟𝐫𝐞𝐜𝐜𝐢𝐚𝐧𝐭𝐞, 𝐜𝐨𝐬ì 𝐚𝐦𝐚 𝐥’𝐚𝐫𝐜𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐚𝐥𝐝𝐨 𝐫𝐢𝐦𝐚𝐧𝐞”.
    (𝐾ℎ𝑎𝑙𝑖𝑙 𝐺𝑖𝑏𝑟𝑎𝑛)

    Se dovessi dare un consiglio ad una sposa che organizza il matrimonio con i propri figli le consiglierei che più sono piccoli i bambini maggiore è la necessità di avere una persona fidata che stia con loro e li accompagni da voi ogni volta che ne hanno bisogno.

    Il giorno del matrimonio è stancante per qualunque bambino, per i figli degli sposi lo è maggiormente perché i ritmi sono, in proporzione, modificati.

    Dopo essere stati preparati sono venuti tutti e due nella mia camera e abbiamo avuto la solita routine di merenda, acqua, ciuccio e ovviamente coccole.

    Per loro vederci vestiti con abiti inusuali, e io con make up e acconciatura inusuale, era stupore puro.

    La nostra è stata una cerimonia intima con gli amici e i parenti più stretti.

    In occasione delle seconde nozze noi abbiamo fatto un rito civile nei giardini delle Terme di Sardara.

    Ho scelto fosse Fabio ad accompagnarmi all’altare perché il novembre precedente mio padre era morto. Nessun altro, oltre mio figlio, lo avrebbe potuto sostituire.

    Era bello e tenero avere mio figlio che mi teneva per mano e con tanto orgoglio mi camminava a fianco. Ma è stato anche tanto doloroso. 

    Si dice che le persone che amiamo ci stanno sempre vicino, per me rimane una ferita aperta anche dopo tutti questi anni.

    Il ricordo di mio padre che mi aveva accompagnato al primo matrimonio, le parole di incoraggiamento che mi aveva detto davanti alla chiesa, il suo abbraccio di augurio, il suo “sei sicura?”, erano brevi ricordi che affiorano di tanto in tanto durante il cammino verso la cerimonia.

    Quella piccola manina che mi tirava, noncurante del ritmo della marcia nuziale, mi riempiva il cuore di gioia e se è vero, come detto prima, che chi ci ama ci rimane sempre vicino, sono sicura che mio padre era orgoglioso di quel piccolo ometto.

    Durante il rito è rimasto sempre tra me e Marco, come se quel momento lo riguardasse in prima persona. E non aveva tutti i torti.

    Ritengo che sposarsi in presenza dei propri figli li rende consapevoli e partecipi di un momento importante della vita della famiglia.

    Ritengo che sposarsi in presenza dei propri figli li rende consapevoli e partecipi di un momento importante della vita della famiglia.

    Sorelle (o fratelli) d’ispirazione

    “𝑺𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒔𝒄𝒊 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒖𝒏𝒂 𝒅𝒐𝒏𝒏𝒂 𝒑𝒐𝒔𝒔𝒂 𝒔𝒊𝒂 𝒂𝒎𝒂𝒓𝒆 𝒔𝒖𝒂 𝒔𝒐𝒓𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒎𝒂𝒏𝒊𝒆𝒓𝒂 𝒑𝒊ù 𝒄𝒂𝒓𝒂 𝒆𝒅 𝒂𝒍𝒍𝒐 𝒔𝒕𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐 𝒑𝒐𝒔𝒔𝒂 𝒗𝒐𝒍𝒆𝒓𝒍𝒂 𝒔𝒕𝒓𝒐𝒛𝒛𝒂𝒓𝒆, 𝒂𝒍𝒍𝒐𝒓𝒂 𝒔𝒆𝒊 𝒖𝒏𝒂 𝒇𝒊𝒈𝒍𝒊𝒂 𝒖𝒏𝒊𝒄𝒂”
    (𝘓𝘪𝘯𝘥𝘢 𝘚𝘶𝘯𝘴𝘩𝘪𝘯𝘦)

    Questa è mia sorella, quella che rimarrà sempre la mia piccolina. 

    Noi che non ci sentiamo tutti i giorni e ci vediamo ancora meno. Ma so che con lei c’è un filo indissolubile perché ciò che i fratelli e le sorelle condividono durante la loro convivenza familiare rende il legame unico.

    Questo è il motivo che mi ha spinto a desiderare di avere più di un figlio.

    Quando ho conosciuto Marco questo è stato un punto fermo, io volevo una relazione stabile con cui creare una famiglia e avere altri figli. 

    La paura di lasciare Fabio figlio unico, il desiderio di costruire una bella famiglia,  mi hanno spinto ad un atteggiamento positivo verso il mondo che mi circondava. 

    C’è un filo sottile che separa da un atteggiamento combattivo e positivo da uno più confortevole, dove i rischi si azzerano e si accetta che da soli si sta meglio.

    Penso che non esista la scelta giusta o sbagliata, ciascuno percorre la propria strada con le proprie scarpe. A me è andata bene e ho avuto la fortuna di dare a Fabio due bei fratelli.

    Un occhio di riguardo ai bambini, sempre, non solo nelle seconde nozze

    Essendo noi una coppia con figli, non potevamo avere un occhio di riguardo sia per loro che per i figli dei nostri amici e dei nostri nipoti.

    Per me far star bene i bambini ai matrimoni è sempre stato un imperativo

    Non sempre i genitori hanno la possibilità di lasciarli dai nonni o con le baby sitter, o, spesso, non ne hanno neanche piacere. Motivo per cui io penso che ai matrimoni tutti debbano stare bene, dai piccoli ai grandi. Ho curato questo aspetto al mio matrimonio, e lo curo tantissimo ai matrimoni ai cui lavoro.

    Ci sono tanti modi per far star bene i piccoli e si parte da un ottimo servizio di animazione bambini. Si possono declinare poi tantissime idee studiate appositamente per loro, questo da sempre tanto spazio e divertimento ai piccoli e tantissimo spazio e libertà ai genitori.

    Le mascotte sono un apripista formidabile per conquistare i piccoli ospiti, qui Topolino forse è stato scelto un po’ più dalla sposa che dai figli. 

    Si sa che il matrimonio è la realizzazione di un sogno 

    Noi oggi

    “Se saprai starmi vicino
    e potremo essere diversi,
    se il sole illuminerà entrambi
    senza che le nostre ombre si sovrappongano,
    se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo
    e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.

    Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
    e non il ricordo di come eravamo,
    se sapremo darci l’un l’altro
    senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo
    e il tuo corpo canterà con il mio
    perchè insieme è gioia…

    Allora sarà amore
    e non sarà stato vano aspettarsi tanto.”
    (ROSITA VICARI)

    Questa poesia ci è stata dedicata dal sindaco quando ci ha sposati.

    E’ servito del tempo prima che ci incontrassimo e se non avessimo vissuto ciascuno i propri percorsi, non ci saremmo mai trovati.

    Percorsi dolorosi, ma necessari per formare le persone che siamo diventate.

    Sbagliare non è sbagliato.

    Accettare l’errore è giusto.

    Pretendere di essere felici è giusto!

    Non accontentarsi di una vita a metà è giusto e non significa non accettare i compromessi, ma accettarli con chi amiamo e ci rende sereni.

    Mai si potrà sapere dove ci porterà questa bellissima strada che stiamo percorrendo ma sarà sicuramente piena di vita.

    Ogni volta auguro alle coppie di sposi che accompagno nell’organizzazione del loro matrimonio di essere felici, coerenti con le loro scelte e non scendere mai a compromessi con la ricerca della loro felicità.

    Oggi siamo questi. 

    Un po’ sconvolti, un po’ stanchi, un po’ più invecchiati. 

    Una famiglia che a tavola non ha mai silenzio, ordine e bon ton (che a me piace tanto), una casa quasi mai in ordine, incrociamo le agende per incastrare i nostri lavori con la scuola e gli impegni sportivi e sanitari e privati dei bambini.

    Emanuela Matta

    Emanuela Matta

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